Clubautori | Michael Jackson inseguendo un sogno - Michael Jackson Chasing a Dream - Cristina Morello - Libro

A tutti coloro che se ne sono
andati troppo presto

INTRODUZIONE

La prima volta che ho sentito parlare di Michael Jackson era il 1985, ma diventai una sua fan ai tempi dell’uscita dell’album Bad.
Mi resi conto immediatamente che Michael era non solo un artista straordinario, ma un essere umano molto speciale, un uomo dolce e sensibile.
Negli anni successivi seguii la sua carriera musicale ed acquistai tutti gli album che aveva pubblicato precedentemente, sia come solista, sia in gruppo con i suoi fratelli.
Michael scrisse anche un’autobiografia e potei così conoscerlo meglio, al di là delle notizie pubblicate sui giornali, i quali si soffermavano soprattutto sulle sue varie stranezze, vere o presunte.
Certamente Michael aveva una personalità fuori del comune e spesso il suo modo d’essere non è stato capito, o è stato frainteso.
Michael non ha avuto un’infanzia spensierata come la maggior parte dei bambini, visto che è stato catapultato sulla scena musicale fin dalla più tenera età, diventando una star già da giovanissimo.
E così, da adulto, ha cercato di ritrovare quell’infanzia che gli era stata negata.

***

Col passare degli anni ho poi iniziato a seguire anche i Queen e Freddie Mercury; i due artisti, peraltro, si conoscevano e registrarono alcune canzoni in occasione di una visita di Freddie al ranch di Michael, ad Encino.
Michael comunque è sempre rimasto nel mio cuore; continuavo a seguire la sua carriera musicale, purtroppo offuscata da accuse infondate che ferirono profondamente la sua anima.
Spesso mi chiedevo come stesse Michael e mi auguravo con tutta me stessa che potesse trovare un po’ di felicità e serenità.
Fino a quel tristissimo 25 giugno 2009.
Credo che nessuno si aspettasse una fine così prematura, tragica, ingiusta.
Non ci sono parole per descrivere il dolore provato dai fan di Michael alla notizia della sua scomparsa.

***

Per onorare la sua memoria, ed affiancarvi altresì alcune opere che avevo scritto dedicate a Freddie, nel 2011 avevo pubblicato una raccolta con doppia copertina, MICHAEL JACKSON MAGICA VISIONE – FREDDIE MERCURY L’IMMORTALE; sul lato dedicato a Michael sono presenti le poesie ed i racconti a lui dedicati, e dove ne è il protagonista, che ho scritto nel corso degli anni.
Desidero ora riunire in un unico libro interamente dedicato a Michael sia le opere della suddetta raccolta, sia altri racconti non presenti in essa, oltre ad un romanzo breve in forma di diario, dove sono descritti i pensieri ed i sogni di un’immaginaria fan innamorata di Michael.
Penso infatti che uno dei modi in cui i suoi fan possano ricordare Michael (oltre che ricordarlo nelle loro preghiere), sia di condividere, con tutti quanti li vogliano conoscere, i sentimenti e le emozioni suscitati in loro da quell’uomo unico ed eccezionale che era Michael Jackson.

***

Desidero infine condividere uno stato d’animo che è sorto in me al termine dell’attività di rilettura e revisione delle opere presenti in questa raccolta: leggere di Michael e ripensare a lui più di quanto non abbia fatto negli ultimi anni, mi ha fatto nuovamente sentire la magia dei primi anni in cui ero una sua fan.
Ciò dimostra quale persona speciale fosse Michael e come il suo ricordo e la sua arte rimarranno per sempre.

L’INCANTO DELLE PAROLE

Il nome:
Michael.
Dolce e morbido.
Tenero e delicato.

***

Il cognome:
Jackson.
Un’esplosione di fuochi d’artificio.
Uno scoppiettio di scintille.
Uno sfavillare di stelle.

***

Michael Jackson…
Un’armonia di suoni contrapposti.
Un binomio che evoca magia.

UN ANGELO CON LE ALI

Hanno scoperto che in mezzo a loro viveva un angelo,
e gli hanno tagliato le ali,
per vedere se poi riusciva ancora a volare.

***

Ma nessuno potrà impedire a Michael di continuare
a volare e farci sognare.

MAGICA VISIONE

Circondato dai gorilla,
assediato dai giornalisti,
compare e scompare,
fra decine di teste,
macchine fotografiche e telecamere,
il suo volto da angelo.

***

Il cappello calcato in testa,
gli occhiali scuri a difesa dello sguardo,
troppo prezioso
per svelarsi a quegli sconosciuti.
Il sorriso puro e dolcissimo.
La mano snella che si leva a salutare.

***

Pochi istanti,
ed è già sul pulmino,
al sicuro da quella folla che opprime.
Il sorriso si fa ancora più aperto e gioioso.
La mano continua a salutare.
Poi, all’improvviso,
sentendosi forse scrutato
da occhi curiosi e indagatori,
il volto si abbassa timido.
La mano cela il sorriso,
divertito e imbarazzato a un tempo.

Il pulmino parte.
Pochi attimi,
ed è già scomparso nel traffico.
L’incanto si è rotto.
Aleggia ancora un’impalpabile magia,
sino a che fan, polizia e giornalisti
non si dileguano del tutto.
Michael se n’è andato.

Tutto un altro mondo

Era pomeriggio inoltrato e un piccolo aereo da turismo solcava il cielo azzurrissimo della California, proiettando la sua ombra sulla vegetazione sottostante.
A bordo c’erano soltanto tre persone: Michael Jackson, un famosissimo cantante; Kate Harlow, un’ammiratrice di Michael e Jack Duncan, autista di Michael, alla cloche.
Michael aveva conosciuto Kate per puro caso e i due erano subito diventati amici, tanto che Michael aveva invitato la ragazza a passare qualche giorno con lui nel suo immenso ranch ed ora stavano tornando da una divertente gita in aereo. Jack, che anni prima aveva preso il brevetto di pilota, si era offerto di pilotare l’aereo che i due giovani avevano noleggiato.
Era stata un’idea di Kate, una bruna venticinquenne dagli occhi azzurri come l’oceano, quella di fare un giro in aereo; all’inizio Michael era un po’ perplesso e, anche se non lo aveva ammesso davanti a Kate, provava un po’ di paura a salire a bordo di quel trabiccolo, ma Jack gli aveva assicurato che non c’era assolutamente nessun pericolo e che lui, d’altronde, era un ottimo pilota. Così alla fine Michael aveva acconsentito e non se ne era pentito perché aveva passato una splendida giornata, soprattutto grazie alla frizzante compagnia di Kate.
Mancavano solo poche miglia all’aeroporto quando, improvvisamente, Kate e Michael vennero scaraventati a terra da una scossa tremenda; Jack a stento era riuscito a rimanere alla cloche.
“Tutto bene Kate?”
“Sì, sono un po’ ammaccata ma sto bene”.
“Jack, stai bene? Che cosa ci ha colpiti?”
“Sto bene signor Jackson e anche se potrà sembrarle strano, sono sicuro che è stato un fulmine a colpirci”.
“Un fulmine? Ma se è completamente sereno?!”
“Le assicuro che è così”.
“Jack potrebbe avere ragione, Michael; ho letto da qualche parte che i fulmini possono anche manifestarsi con il cielo sereno”.
“La cosa più importante, ragazzi, è che non abbiamo subito danni, così potremo atterrare sani e salvi”.
Dopo una decina di minuti Jack, che era un uomo sulla quarantina leggermente sovrappeso e con due baffi da tricheco, si grattava la testa con un’espressione di grande stupore.
“Che mi venga un colpo!”
“Cos’è successo Jack? Dovremmo già essere atterrati”.
“È qui il problema signor Jackson, non riesco più a trovare l’aeroporto!”
“Hai sempre voglia di scherzare!”
“Non sto scherzando, guardate dal finestrino”.
Michael e Kate guardarono e si resero conto che quello era sì il posto da cui erano decollati, però ora non c’era traccia del piccolo aeroporto. Jack sorvolò ancora un po’ la zona per sincerarsi di non essersi sbagliato, ma visto che l’aeroporto non voleva farsi trovare e che il carburante stava scarseggiando, decise di atterrare da un’altra parte. Dopo un quarto d’ora trovò una pista d’atterraggio che però, pur essendo piuttosto grande, non figurava sulle sue carte; fortunatamente lo autorizzarono ad atterrare.
“Adesso cosa facciamo, signor Jackson?”
“Chiamiamo un taxi e andiamo a recuperare la mia macchina”.
“Ma l’ha visto con i suoi occhi, non c’è traccia del maledetto aeroporto e tantomeno della macchina”.
Kate azzardò una spiegazione.
“Forse quel fulmine ci ha provocato una specie di allucinazione, o forse è stata un’illusione ottica”.
Jack si calmò e sembrò convincersi di quell’ipotesi.
“Potrebbe aver ragione lei signorina Harlow, comunque è inutile stare qui a perdere tempo; vado a chiamare il taxi e cerco di trovare qualche scusa per lasciare qui l’aereo”.
In pochi minuti si convinsero tutti e tre che si era trattato di un errore e Jack si dava dello stupido dicendo che forse non era più tagliato per fare il pilota; una cosa strana era che il tassista sembrava non aver assolutamente riconosciuto Michael e nemmeno il personale dell’aeroporto turistico dove erano atterrati aveva dato segno di riconoscerlo. Dopo un’ora di giri a vuoto e numerose imprecazioni del tassista che, diceva, non amava essere preso in giro, Michael decise di abbandonare le ricerche e di tornare a casa.
“Dev’essere stato uno scherzo di Frank; ieri sera quando mi ha telefonato gli ho detto dove saremmo andati”.
“Ma è un’impresa ardua, signor Jackson, far scomparire un aeroporto, seppur piccolo, nell’arco di una giornata!”
Per il resto del tragitto non parlarono più, troppo scossi da quello che avevano visto, o meglio, che non avevano visto.

***

Arrivati di fronte al cancello della dimora di Michael, risultò che il telecomando per aprirlo non funzionava, così Jack scese per chiamare una delle guardie.
“Joe vieni ad aprire, mi si è inceppato il telecomando”.
Ma invece di Joe si fece avanti un energumeno che Jack non aveva mai visto prima.
“Qui non c’è nessun Joe, lei chi è?”
“Chi sono io? Chi è lei piuttosto! Le consiglio di aprire subito il cancello; su quel taxi c’è il signor Jackson”.
“E chi sarebbe questo signor Jackson? Aveva forse un appuntamento?”
Jack stava scoppiando.
“Un appuntamento? È forse necessario prendere un appuntamento per entrare in casa propria?”
“Per sua informazione questa è la casa di Peter MacGrow; ed ora la prego di togliere il disturbo se non vuole che chiami la polizia”.
Michael e Kate, accortisi che Jack si trovava in difficoltà, scesero dal taxi.
“Lei aspetti qui per favore”.
“Io aspetto signore, tanto è lei a pagare”.
Jack era a dir poco stravolto.
“Non riesco a capire, quell’idiota ha detto che questa è la casa di un certo MacGrow”.
“Adesso ci parlo io. Ehi lei! È stato Frank a pagarla per farmi questo scherzo vero? Prima l’aeroporto da turismo che improvvisamente scompare nel nulla, compresa la mia macchina, e poi la fantasiosa invenzione, secondo la quale questa non sarebbe casa mia! Ma adesso ne ho abbastanza; un po’ mi sono divertito, ma a questo punto lo scherzo inizia a farsi pesante!”
L’energumeno lanciò una terribile occhiata a Michael, del tipo: “Ti schiaccio come un moscerino!”, e tornò a ribadire che se entro cinque minuti non se ne fossero andati, lui avrebbe chiamato la polizia.
“Michael, io credo di aver capito cos’è successo”.
“A questo punto, Kate, sono pronto ad accettare qualsiasi spiegazione”.
“Ricordate quando siamo stati colpiti dal fulmine sull’aereo? Ebbene, forse non era un fulmine, forse era una sorta di passaggio spazio-temporale che ci ha catapultati in un Universo Parallelo”.
“Adesso non ti seguo più”.
“È difficile da spiegare; secondo una teoria degli astronomi, chiamata Principio Antropico, esistono un’infinità di Universi, i quali sarebbero collegati tra di loro da tane di verme, ossia buchi neri. È dunque forse possibile che siamo passati in un Universo Parallelo attraverso un piccolo buco nero, o una qualche altra anomalia”.
“Ma questo pianeta è uguale alla Terra, non sembra di essere in un altro Universo”.
“Sì, i luoghi sono più o meno gli stessi; le persone, anche se corrispondessero a quelle della nostra Terra, non è detto che abbiano effettuato lo stesso percorso di vita; ecco perché il Michael Jackson di questo Universo, se esiste, non abita qui e probabilmente non fa nemmeno il cantante”.
“Fantastico! Comunque adesso è tardi, propongo di trovarci un posto dove dormire e poi domani cercheremo di capire dove siamo capitati. Penso sia inutile, ma vorrei andare a vedere se anche il mio appartamento di Los Angeles è occupato da estranei”.
“D’accordo andiamo a vedere”.
Arrivati a Los Angeles, risultò che l’appartamento era abitato da un notaio.
I tre decisero così di alloggiare in un albergo, in tutto simile alla sua controparte che si trovava nell’altra Los Angeles, ma con un nome diverso. Le carte di credito di Michael e Kate risultarono… senza credito e le banconote di taglio più alto addirittura false; il direttore dell’albergo stava per chiamare la polizia, ma prontamente Michael, con il suo sorriso disarmante, si giustificò dicendo di aver preso per sbaglio il denaro finto con cui giocavano i suoi nipoti; le banconote di piccolo taglio non destarono sospetti, però scarseggiavano, così lo strano gruppetto dovette accontentarsi di una sola camera.
Michael andò immediatamente a farsi una doccia, Jack andò invece a farsi un whisky e Kate si piazzò davanti alla televisione per vedere se riusciva a scoprire qualcosa. Guardando un telegiornale, si rese conto che, tranne rare eccezioni, quasi tutti i politici e i personaggi famosi erano diversi da quelli della loro Terra; questo spiegava perché alcune banconote erano valide e altre no, ed era quindi una ulteriore riconferma della teoria di Kate.

***

Il giorno successivo, Michael si svegliò pensando di aver fatto soltanto un brutto sogno, ma quale non fu la sua sorpresa quando si rese conto di non essere nella sua splendida dimora di Neverland Valley, ma in una camera d’albergo. Comunque ancora non voleva credere alla spiegazione di Kate, secondo la quale erano finiti in un Universo Parallelo; certo anche a lui piaceva fantasticare, ma ragazzi… ritrovarsi di punto in bianco in un altro Universo, questa era pura fantascienza! Così, mentre Jack, svegliatosi di buon mattino, era uscito a comprare qualche giornale e Kate era sotto la doccia, Michael decise di fare un po’ di telefonate e iniziò a provare con il numero di casa sua; sfortunatamente all’altro capo del filo non c’era il suo fido maggiordomo, bensì la pizzeria “Salvatore & figli – pizze a domicilio in 15 minuti”; indispettito rifece il numero un po’ di volte, sempre con lo stesso risultato; poi, dal momento che non aveva proprio intenzione di ordinare una pizza, passò ai numeri di alcuni suoi amici, ma anche qui non ebbe molto successo.
“A chi stai telefonando, Michael?”
“Alla pizzeria “Salvatore & figli – pizze a domicilio in 15 minuti”!”
“Sei impazzito?”
“Sto scherzando; ho fatto un po’ di telefonate e ho scoperto appunto che al numero di casa mia risponde una pizzeria e ai numeri di diversi miei amici rispondono dei perfetti sconosciuti”.
“Sì, mentre stavi ancora dormendo ho chiamato anch’io casa mia e mi ha risposto la segreteria di un avvocato”.
“Jack dov’è andato?”
“È andato a comprare qualche giornale”.
Proprio in quel momento arrivò Jack con un po’ di giornali sotto il braccio.
“Ecco ragazzi, divertitevi a giocare a «trova le differenze»: sono ben pochi i nomi di nostra conoscenza!”
Dopo aver letto i giornali, Michael dovette finalmente ammettere che la teoria di Kate era l’unica ragionevole. Ma quello era il suo primo giorno da persona normale, visto che in quell’Universo nessuno lo conosceva, e così decise che almeno per il momento non avrebbe pensato al problema di come tornare indietro, ma si sarebbe goduto un po’ di non-notorietà. Kate, che sapeva quanto pesasse a Michael la vita da personaggio famoso, non poté che dirsi d’accordo.
Quel giorno Michael si divertì moltissimo: passeggiò con Kate e Jack per le affollatissime vie di Los Angeles; andò su autobus e taxi; entrò in negozi, bar, grandi magazzini; il tutto senza che nessuno lo riconoscesse, lo fermasse per strada o gli chiedesse autografi. Certo, essendo piuttosto carino, molte ragazze si voltavano a guardarlo, ma tutto finiva lì: niente assalti di fan scatenate, niente scene di isterismo. In breve, a Michael sembrava di essere rinato, era come se fosse un’altra persona.
Mentre erano seduti al tavolino di un bar a gustarsi un delizioso gelato, Jack, che badava sempre al lato concreto delle cose, volle far notare che il denaro che avevano sarebbe bastato solo per un altro giorno in albergo e che avrebbero dovuto escogitare una soluzione.
“Io potrei trovare un lavoro come cameriera”.
Ma Jack iniziò a lisciarsi i grossi baffi, come faceva sempre quando gli veniva in mente un’idea.
“No, signorina Harlow, io ho forse una soluzione migliore: ieri all’aeroporto mi hanno chiesto il mio brevetto di pilota e visto che non hanno sollevato obiezioni vuol dire che è valido anche in questo Universo; ho pensato così che potrei trovare lavoro come pilota di qualche aereo da turismo, così lei e il signor Jackson potrete stare tranquilli e divertirvi; nel frattempo poi, cercheremo di pensare a come tornare indietro”.
“Comunque Jack, se non dovessero prenderti come pilota, potrei sempre trovare un lavoro come cantante di piano-bar; non per vantarmi, ma cantare mi riesce piuttosto bene!”
“Temo, Michael, che se ti mettessi a cantare, in breve tempo diventeresti il nuovo fenomeno musicale di questo Universo e potresti di nuovo dire addio alla tua privacy”.
Michael arrossì leggermente.
“Beh, adesso non esagerare!”
La sera stessa, mentre stavano guardando un notiziario di Los Angeles, sentirono una notizia molto interessante:
“Il Dottor Michael Jackson, apprezzato chirurgo di Los Angeles, noto soprattutto per la sua solidarietà e le sue opere di beneficenza in favore di bambini malati e abbandonati, ha inaugurato oggi la nuova ala dell’ospedale da lui stesso finanziato e interamente destinato ad ospitare bambini”.
Alle spalle del giornalista c’era una fotografia del Dottor Michael Jackson: a parte i capelli più corti, quell’uomo assomigliava in tutto e per tutto al Michael che stava seduto accanto a Kate e Jack.
Michael rimase visibilmente scosso nel vedere un altro sé stesso, ma ne fu molto felice.
“Sono contento che anche in questo Universo Michael Jackson ami i bambini e faccia qualcosa per aiutarli; io però non mi ci vedo proprio come chirurgo!”
Kate si mise a ridere.
“Sono d’accordo con te Michael, nemmeno io ti ci vedo nei panni di un chirurgo! Da quanto abbiamo potuto capire, c’è quindi una corrispondenza fra le persone del nostro Universo e le persone di questo Universo, ma molte di loro hanno però una vita diversa; devono quindi essere intervenuti dei cambiamenti nella storia”.
Il giorno dopo, Jack riuscì a trovare lavoro come pilota e così almeno il problema per il conto dell’albergo era risolto.
Kate, dopo alcune giornate di divertimento con Michael, iniziò a passare giorni interi in biblioteca divorando tutti i libri e i trattati di astronomia, senza tralasciare i romanzi e i racconti di fantascienza che parlavano di viaggi fra Universi. Pur non essendo un’astronoma, aveva già una buona cultura in materia e poté così notare che le conoscenze in quel campo della scienza non differivano molto da quelle che gli astronomi avevano raggiunto nel loro Universo.
Michael all’inizio si interessò anche lui alle ricerche di Kate, ma dopo due giorni non ne poteva già più di buchi neri, buchi bianchi, tane di verme, ponti di Einstein-Rosen (che però in questo Universo si chiamavano ponti di Allen-Rank) e cose simili; per Kate era diverso, perché lei fin da bambina aveva sempre letto con avidità tutto quello che riguardava l’astronomia, ma lui aveva solo un’infarinatura generale in materia. Questa indigestione di letture scientifiche riuscì solo a procurargli un incubo tremendo dove c’erano vermi giganteschi che impedivano a lui, Kate e Jack di attraversare un ponte, al di là del quale c’era la loro vecchia, cara Terra; in un altro incubo poi c’erano sempre i vermi giganti, ma questa volta lui e i suoi due compagni d’avventura percorrevano un labirinto sotterraneo costituito appunto dalle tane di quei mostri. Michael si svegliò in un bagno di sudore e decise che avrebbe lasciato Kate a fare il topo di biblioteca. Kate, quando sentì i sogni, anzi gli incubi, di Michael, scoppiò a ridere come non le succedeva da prima della loro disavventura.
“Non è affatto divertente Kate, io ho passato una notte orribile!”
“Scusa Michael, ma erano troppo buffi quei sogni! Comunque non preoccuparti, rimango io a documentarmi; tu vai un po’ in giro e divertiti, così, nel caso riuscissimo a tornare indietro, ti sarai goduto un po’ di giorni da persona normale”.
“Non credi che sia tutto inutile quello che stai facendo?”
“Sarà anche inutile, ma io non mi sono ancora rassegnata a rimanere qui. A proposito, avevo pensato che questa sera potremmo andare all’Osservatorio, così con la scusa di guardare le stelle cerchiamo di parlare con qualche astronomo”.
“Sì, mi sembra una buona idea”.
Mentre Kate era in biblioteca a leggere, Michael passò quindi tutta la giornata in giro per Los Angeles e nel pomeriggio non rinunciò a fare una visita a quella che avrebbe dovuto essere la sua villa, per controllare se era cambiato qualcosa. Sfortunatamente quella continuava ad essere la dimora di Peter MacGrow, che Michael aveva scoperto essere, guarda caso, un notissimo e acclamatissimo cantante.
La sera stessa Michael, Kate e Jack si recarono all’Osservatorio di Monte Palomar, il cui telescopio non si chiamava “Hale”, bensì “Bailey”, dal momento che in quell’Uni-verso un George Hale era sì esistito ma non aveva fatto l’astronomo.
Jack, che reputava ormai impossibile un ritorno alla vecchia Terra, gironzolava con scarso interesse per l’Osservatorio; Michael e Kate invece, dopo aver guardato per un po’ attraverso il telescopio le splendide immagini di nebulose, stelle doppie e galassie lontanissime, si misero a parlare con un astronomo piuttosto giovane e molto disponibile. Il Professor Riley, così si chiamava l’astronomo, rimase piuttosto sorpreso dalle conoscenze astronomiche di Kate e strinse subito amicizia con lei e Michael. Visto però che quella sera non aveva molto tempo a disposizione e Kate voleva invece discutere dettagliatamente con lui su Universi Paralleli e buchi neri, decisero che si sarebbero incontrati alcuni giorni dopo a casa di Riley.
Il giovane Professore, dopo un po’ di conversazione con Kate, si domandò perché mai quella ragazza volesse delle informazioni così particolareggiate su un argomento di cui in fondo non si conosceva niente di concreto; dal canto suo Kate si rese conto che, per avere un valido aiuto dall’astronomo, era necessario raccontargli tutta la loro storia; in fin dei conti il peggio che potesse loro capitare era di essere scambiati per pazzi e cacciati via in malo modo. Così Kate, dopo aver ottenuto la promessa da Riley che l’avrebbe ascoltata fino alla fine senza interromperla, si accinse a raccontare la loro avventura, senza tralasciare il minimo particolare e riportando anche le differenze che avevano notato fra i due Universi. A Riley il racconto era parso così reale e quelle persone gli erano sembrate così degne di fiducia, che decise di non cedere all’impulso di apostrofarli come pazzi e cacciarli via, ma, dopo alcuni minuti di silenzio, si fece ripetere alcune cose che non aveva molto chiare e soprattutto fece molte domande sull’Universo da cui Kate e gli altri dicevano di provenire.
“Ammettendo che la vostra storia sia vera, l’unica possibilità che avete per tentare di tornare indietro è, secondo me, quella di ripetere le stesse condizioni in cui si è verificato il passaggio. Questo vuol dire usare lo stesso aereo, andare nel medesimo luogo dove siete stati colpiti dal presunto fulmine, con le stesse coordinate ed eventualmente nella stessa ora del giorno”.
“Crede che potrebbe funzionare?”
“Le possibilità sono scarse signorina Harlow, ma se è vero quello che dite, posso immaginare quanto vogliate tornare nel vostro mondo e questa è l’unica cosa che possiate tentare”.
Kate, Michael e Jack decisero con un filo di speranza di fare senz’altro quel tentativo e rimasero d’accordo che avrebbero chiamato Riley quando tutto fosse stato pronto, così avrebbe potuto assisterli nel loro estremo tentativo di ritorno.
Nei giorni successivi Jack scoprì che l’aereo con il quale erano arrivati era stato sequestrato dalla polizia e portato in un deposito fuori Los Angeles, dal momento che i documenti dell’aereo stesso risultavano falsi. Come se non bastasse, Jack scoprì che lui, Kate e Michael erano ricercati dalla polizia con l’accusa di furto aggravato; diventava così necessaria un’immediata partenza. Riley, che aveva un cugino nella polizia, riuscì fortunatamente a farsi prestare l’aereo per alcune ore e la partenza venne programmata ad un mese esatto dall’arrivo di Michael e compagni in quel mondo sconosciuto.
Alcune sere prima del fatidico giorno successe un fatto strano: Michael e Kate erano andati in un lussuoso locale di Beverly Hills, dove si esibiva dal vivo una cantante piuttosto affermata con la sua orchestra; se non che, dopo le prime due canzoni, la cantante si sentì male e uno dei musicisti informò desolato il pubblico che per quella sera l’artista non si poteva più esibire. Gli spettatori avevano pagato un biglietto d’ingresso salato ed iniziarono ad innervosirsi e a protestare. Michael, che dopo quasi un mese di anonimato moriva dalla voglia di esibirsi, colse l’occasione al volo.
“Aspettami qui Kate, vedo se riesco a salvare la serata”.
“Ma cosa vuoi fare Michael? Non vorrai mica cantare?!”
“Perché no?”
“Qui non ti conoscono, non credo che ti lasceranno esibire”.
“Beh, tanto vale tentare”.
Michael si diresse verso il palco e scambiò alcune parole con i musicisti; dal principio non ne volevano sapere di farlo cantare, ma poi arrivò il padrone del locale e, visto che non gli andava proprio di rimborsare il biglietto a tutte quelle persone, lo lasciò fare.
Michael iniziò rivolgendo alcune parole al pubblico.
“Probabilmente non conoscete nessuna delle canzoni che canterò, ma vi posso dire che dalle mie parti hanno ottenuto un discreto successo. Inizierò con una canzone che si chiama Billie Jean”.
E si lanciò in una splendida esibizione, con tanto di Moonwalk, il suo famoso “passo lunare”, lasciando tutti letteralmente a bocca aperta.
Per circa due ore Michael offrì al pubblico le sue canzoni più famose e ballò in modo insuperabile. Alla fine fu coperto da una marea di applausi e a stento riuscì ad uscire dal locale.

***

Il giorno prima della partenza Michael e Kate si erano concessi una tranquilla gita in macchina nei dintorni di Los Angeles.
“Michael, l’altra sera sei stato straordinario”.
“Grazie, spero solo di potermi di nuovo esibire sulla nostra cara Terra”.
“Beh, in caso contrario credo che tu abbia comunque assicurata una carriera artistica anche qui”.
“Può darsi, ma non sarebbe la stessa cosa. E poi, se rimanessi qui, credo che resterei nell’anonimato”.
“Domani in ogni caso è il giorno decisivo; sei anche tu emozionato come me?”
“Sì, e credo che questa notte non riuscirò a dormire”.
“Chi riuscirà a dormire invece sarà Jack, sembra che non gli dispiaccia rimanere qui”.
“È vero, e temo che se riusciremo a tornare indietro andrà a fare il pilota e io perderei un ottimo autista”.
E scoppiarono tutti e due in una sonora risata.
Kate non aveva potuto fare a meno di notare che quel mese lontano dalla popolarità aveva giovato a Michael, che ora era meno teso e più sereno. Si chiese se non fosse stato meglio per tutti rimanere, ma quello in fondo non era il loro mondo e avrebbero inevitabilmente sentito la mancanza delle loro case, delle loro famiglie, dei loro amici.
La mattina successiva era tutto pronto per la partenza: il cugino di Riley aveva fatto portare il piccolo velivolo ad alcune miglia di distanza da dove si era verificato il passaggio fra i due Universi; ora il Professor Riley stava dando le ultime istruzioni a Jack, mentre Kate e Michael salivano a bordo. Dopo alcuni minuti erano già in volo e in breve Jack individuò il punto dove erano stati colpiti dal fulmine.
“Adesso incrociate le dita ragazzi, fra un minuto sapremo se il piano di Riley ha funzionato”.
Un minuto dopo una scossa tremenda fece tremare tutto l’aereo scaraventando a terra Kate e Michael.
“Allora Jack, ha funzionato?”
“Spero di sì signor Jackson, adesso ci dirigeremo verso l’aeroporto da dove siamo partiti un mese fa e lo scopriremo subito”.
Una decina di minuti dopo, con loro immensa gioia, scoprirono che l’aeroporto era nuovamente lì. Appena giunti a terra furono accolti molto calorosamente e quando arrivarono a Neverland Valley, Michael dovette rilasciare una breve dichiarazione ai giornalisti; avevano infatti saputo che la scomparsa di Michael aveva provocato molto panico e si temeva che l’aereo fosse precipitato oppure che Michael fosse stato rapito. La verità però non la seppe mai nessuno all’infuori di Michael, Kate, Jack e nell’altro Universo, il Professor Riley; Michael disse a tutti di essersi preso una breve vacanza lontano dalla popolarità, anche se i maligni sussurrarono subito che era stata soltanto un’abile mossa pubblicitaria.
L’esibizione di Michael nell’altro Universo, ripresa casualmente da una televisione locale, rimase nella memoria di tutti per molto tempo. Si fecero parecchie ipotesi su chi potesse essere quell’uomo dotato di così straordinarie doti artistiche e tuttavia sconosciuto; chi lo aveva visto quella sera giurava di non aver mai assistito ad uno spettacolo così eccezionale; alcuni si erano detti convinti che fosse un angelo, sceso per un giorno sulla Terra; altri dissero che era un extraterrestre proveniente da un lontano mondo, e in un certo senso questo era vero. Quello che era sicuro era che in quel luogo così simile alla Terra, eppure così diverso, non esisteva una persona come Michael e Peter MacGrow, che era molto apprezzato come artista, aveva tremato vedendo la performance di quello sconosciuto; si era calmato solo alcuni mesi dopo, quando era ormai certo che quell’uomo non si sarebbe più fatto rivedere e non gli avrebbe rubato popolarità e successo. ***
Alcune settimane dopo, quando Michael e compagni avevano quasi dimenticato la loro avventura, successe nuovamente un fatto strano: un famoso attore scomparve misteriosamente dopo aver noleggiato un piccolo aereo da turismo; lo stesso aereo noleggiato da Michael, Kate e Jack…

Cristina Morello

[continua]

(traduzione in inglese di Carla Finello)

MICHAEL JACKSON
CHASING A DREAM

INTRODUCTION

The first time I heard of Michael Jackson was in 1985, but I became a fan of his when Bad album was released.
I immediately realised that Michael was not only an extraordinary artist, but a very special human being, a sweet and sensitive man.
In the following years I followed his musical career and bought all the albums he had previously published, both as a soloist and in a group with his brothers.
Michael also wrote an autobiography and I was thus able to get to know him better, beyond the news published in the newspapers, which mainly focused on his various oddities, real or presumed.
Certainly, Michael had an extraordinary personality and his way of being was often not understood, or misunderstood.
Michael did not have a carefree childhood like most children, as he was thrown into the music scene from an early age, becoming a star when he was very young.
And so, as an adult, he tried to recover the childhood which had been denied to him.

***

As the years went by, I also started following Queen and Freddie Mercury; the two artists, in fact, knew each other and recorded some songs during a visit of Freddie to Michael’s ranch in Encino.
However, Michael has always remained in my heart. I continued to follow his musical career, unfortunately overshadowed by unfounded accusations that deeply wounded his soul.
I often wondered how Michael was feeling and hoped with all my heart that he could find some happiness and peace.
Until that very sad June 25th, 2009.
I don’t think anyone expected such a premature, tragic and unjust end.
There are no words to describe the pain felt by Michael’s fans at the news of his passing.

***

To honour his memory, and also alongside some of the works dedicated to Freddie I had written, in 2011 I pu-blished a collection with two covers, MICHAEL JACKSON MAGIC VISION – FREDDIE MERCURY THE IMMORTAL; in the section dedicated to Michael there are the poems and the stories I have written over the years. The works are dedicated to him, and he is the protagonist.
I now wish to bring together in a single book entirely dedicated to Michael both the works of the aforementioned collection and other stories not present in it, as well as a short novel in the form of a diary, so far unpublished, where the thoughts and dreams of an imaginary fan in love with Michael are described.
In fact, I think that one of the ways in which his fans can remember Michael (as well as remembering him in their prayers) is to share, with everyone who wants to know them, the feelings and emotions aroused in them by that unique and exceptional man that was Michael Jackson.

***

Finally, I would like to share a state of mind that arose in me at the end of the activity of rereading and reviewing the works in this collection: reading about Michael and thinking about him more than I have done in recent years, made me feel again the magic of the early years when I was his fan.
This shows what a special person Michael was and how his memory and his art will remain forever.

THE ENCHANTMENT OF WORDS

Name:
Michael.
Sweet and soft.
Tender and delicate.

***

Surname:
Jackson.
An explosion of fireworks.
A crackle of sparks.
A twinkle of stars.

***

Michael Jackson…
A harmony of contrasting sounds.
A combination that evokes magic.

AN ANGEL WITH WINGS

They found out an angel was living among them,
and they cut off his wings,
to see if he could still fly.

***

Yet no one will stop Michael from keeping on flying and making us dream.

MAGICAL VISION

Surrounded by bodyguards,
besieged by journalists,
he appears and disappears,
among dozens of heads,
cameras and video cameras,
his face of an angel.

***

The hat pulled down on his head,
dark glasses to defend his gaze,
too precious
to show himself to those strangers.
The smile, pure and sweet.
The slender hand that rises to say hello.

***

A few moments,
and he is already on the minivan,
safe from that oppressive crowd.
The smile becomes even more open and joyful.
His hand continues to wave.
Then, suddenly,
perhaps feeling watched
with curious and inquiring eyes,
he lowers his face for shyness.
The hand conceals his smile,
amused and embarrassed at the same time.

***

The minivan leaves.
A few moments,
and he has already disappeared in traffic.
The spell is broken.
An impalpable magic still lingers,
until fans, police and journalists
disappear completely.
Michael is gone.

A TOTALLY DIFFERENT WORLD

Late in the afternoon a small tourist plane was ploughing the very blue Californian sky, and it cast its shadow on the vegetation below.
There were only three people aboard: Michael Jackson, a very famous singer; Kate Harlow, a Michael’s fan and Jack Duncan, Michael’s driver, who was at the control stick.
Michael had met Kate by mere chance and they had immediately become friends, so that Michael had invited the girl to spend a few days with him in his huge ranch. They were now coming back from a pleasant short flight. Jack, who had taken out a licence years before, offered to pilot the plane Michael and Kate had hired. It had been Kate who had thought of taking a plane ride. She was 25, with dark hair and big eyes which were as blue as the ocean. At the beginning Michael was a bit perplexed and, even though he had not admitted, he felt a little anxious to get on such a ramshackle vehicle. Jack had assured him there was nothing to be afraid of and that he was a very good pilot. So, in the end Michael had agreed and he hadn’t regretted it since he had had a good time, mostly thanks to Kate’s sparkling company.
There were only a few miles left from the airport when suddenly Kate and Michael were hurled by a dreadful shake; Jack had hardly managed to control the stick.
“Is everything O.K., Kate?”
“Yes, Michael, I’m a bit bruised, but I’m fine”.
“What about you, Jack? Is everything fine? What happened?”
“I’m fine, Mr. Jackson. Believe it or not, I’m sure we have been struck by a thunderbolt”.
“A thunderbolt? But it’s such a clear day…!”
“I’m absolutely sure”.
“Jack could be right, Michael; I’ve read somewhere thunderbolts can even strike on a sunny day”.
“What matters is that no one was hurt, so that we can land safe and sound”.
After ten minutes or so, Jack, who was a man of about forty, slightly overweight and with the walrus moustache, was scratching his head with amazement.
“My goodness!”
“What’s happening, Jack? We should have already landed”.
“That’s the problem, Mr. Jackson. I can’t see the airport anymore!”
“Are you kidding?”
“No, I’m not. Look out from the window!”
Michael and Kate looked out and realised that that was the place they had taken off, but they couldn’t find any trace of the small airport. Jack flew over that area a bit longer to make sure he wasn’t wrong, but as the airport didn’t want to show up and the fuel was running out, he decided to land somewhere else. After a quarter of an hour he found a landing strip which, strangely enough, was not on his maps even though it was quite a big airport. Luckily, he was allowed to land.
“What are we going to do now, Mr. Jackson?”
“We’ll call a taxi and then we’ll fetch my car”.
“But you saw with your own eyes there was no trace of that damned airport and even less of your car”.
Kate ventured a guess.
“Maybe that thunderbolt had caused us a kind of hallucination, or maybe it was an optical illusion”.
Jack calmed down and seemed to be satisfied with Kate’s supposition.
“You could be right, Miss Harlow. In any case, there’s no point in wasting time. I’ll go and call a taxi. I’ve got to find an excuse to leave the plane here”.
In a few minutes all three convinced themselves it had been a mistake and Jack called himself a fool as he thought he wasn’t fit for being a pilot anymore. What was strange was that neither the taxi-driver nor the staff of the tourist airport where they had landed seemed to have recognised Michael at all. After an hour of vain attempts and several curses from the taxi-driver who, he said, didn’t like being fooled, Michael decided to give up the searches and to go back home.
“It must have been one of Frank’s jokes. When he phoned me last night I told him where we would go”.
“But it’s difficult to make an airport disappear in a day, Mr. Jackson!”
For the rest of the journey they didn’t talk anymore, as they were too shocked by what they had seen, or better, by what they hadn’t seen.

***

When they arrived outside the gate of Michael’s house it came out the remote control to open it didn’t work, so Jack got out of the car to call one of the guards.
“Joe, come and open the gate, please. The remote control is jammed”.
But it wasn’t Joe who stepped forward but a bully Jack had never seen before.
“There’s nobody called Joe here. Who are you?”
“Who am I? Who are you? You’d better open that gate immediately. There’s Mr. Jackson in that taxi”.
“Never heard of him. Do you have an appointment, perhaps?”
Jack was about to burst.
“An appointment? Do you think one needs an appointment to get in his own house?”
“I think you don’t know this is Peter MacGrow’s house. You’d better go if you don’t want me to call the police”.
Michael and Kate got out of the taxi as they had realised Jack was in trouble.
“Could you please wait us for a minute?”
“Of course, sir. You are the one who is going to pay”.
Jack was really upset, to say the least.
“I can’t understand. That idiot said this is a MacGrow’s house”.
“Now I’ll talk to him. Hey, you! Was it Frank who paid you to play this joke on me, wasn’t he? First the tourist airport which has vanished in the void together with my car. Then the bizarre story according to which this is not my house! I’ve had enough now; it was funny at the beginning, but now the joke has gone too far!”
The bully cast a terrible look at Michael as to say “I’ll crush you to pieces!”. Then he confirmed that if they hadn’t gone away within five minutes, he would have called the police.
“Michael, I think I know what happened”.
“At this point, Kate, I’m ready to accept any explanation”.
“Do you remember when the plane was struck by the thunderbolt? Well, maybe it wasn’t a thunderbolt, maybe it was a kind of space-time passage which has catapulted us into a Parallel World”.
“I can’t follow you”.
“It’s difficult to explain. According to an astronomical theory, known as the Anthropic Principle, there are endless worlds which are supposed to be linked together through worm-holes, that is black holes. Perhaps we passed into a Parallel Universe through a small black hole, or some other anomaly”.
“But this planet is like the Earth. You don’t have the impression to be in another world”.
“Yes, the places are more or less the same; the people, even if they corresponded to those of our Earth, may have followed different life paths; this is why the Michael Jackson of this Universe, if he exists, does not live here and is probably not even a singer”.
“Amazing! Anyway, now it’s late. I should suggest finding a place where to sleep. Then, tomorrow we’ll try to understand where we’ve ended up. I think it’s useless, but I would like to go and see if there are some strangers in my flat in Los Angeles too”.
“Fine. Let’s go and see”.
When they arrived in Los Angeles, they found out a notary public in Michael’s flat.
So they decided to stay in a hotel, very similar to the one of the other Los Angeles, though the name was different. Michael’s and Kate’s credit cards turned out to be without “credit” and the large denomination notes even fake and the hotel manager was going to call the police. Michael promptly, with his disarming smile, justified himself by saying that he had accidentally taken the fake money his nephews were playing with; the small denomination bank-notes did not arouse suspicion, but they were few, so the strange group had to settle in just one room.
Michael went straight to have a shower, whereas Jack went to have a whisky and Kate settled down in front of the television to see if she could find something out. Watching the news, she realised that, with rare exceptions, almost all politicians and famous people were different from those of their Earth; this explained why some bank-notes were valid and others were not, and was therefore a further confirmation of Kate’s theory.

***

When Michael woke up the next morning, he thought it had only been a bad dream, but how surprised he was when he realised he wasn’t in his gorgeous mansion in Neverland Valley, but in a hotel room. Nonetheless, he still didn’t want to believe Kate’s theory, according to which they have ended in a Parallel World. Surely, he liked daydreaming, but… guys… finding yourself in another world all of a sudden… that was sheer science fiction! Jack who had got up early and he had gone out to buy some newspapers, whereas Kate was taking a shower. So Michael decided to make some phone calls and he started by dialling his home number. Unfortunately, it wasn’t his trusty butler who answered the phone, but the pizza-shop “Salvatore & Sons – home delivery of your pizzas in 15 minutes”. Michael, who was very annoyed, dialled the number again and again but he kept on getting the same result. Then, as he really didn’t want to order a pizza, he went on calling some of his friends, but his attempts failed completely.
“Who are you phoning, Michael?”
“The pizza-shop “Salvatore & Sons – home delivery of your pizzas in 15 minutes”!”
“Are you mad?”
“Only joking. I’ve made some phone calls and I’ve found out that my home phone number corresponds with a pizza restaurant and some of my friend’s numbers belong to through strangers”.
“Well, while you were sleeping, I called home but a lawyer’s secretary answered me”.
“Where’s Jack?”
“He’s gone out to buy some newspapers”.
At that very moment Jack arrived with a few papers under his arm.
“Here I am, boys! Let’s play «Spot the difference»! There are very few names we know!”
After reading the papers Michael had at last to admit Kate’s explanation was the only plausible. He realised that that was his first day as an ordinary person since nobody knew him in that world. So he decided he wouldn’t think of the way to go back to the Earth for the moment. He wanted to enjoy a bit of anonymity for some time. Kate, who knew how Michael found hard the fact of being so famous, agreed with him.
That day Michael had great fun. He went for a walk with Kate and Jack in the crowded streets of Los Angeles. He took buses and taxis. He got in shops, cafés, department stores and so on. And he did all these things without anyone recognising him, stopping him in the street or asking him for his autograph. Of course, as he was quite good-looking, many girls turned to look at him but that was all. There were neither attacks from unrestrained fans nor fits of hysteria. In short, Michael felt a new man.
While they were sitting at a coffee-shop table enjoying a delicious ice-cream, Jack, who was used to thinking of practical things, pointed out the money would only for another day in the hotel and, therefore, a solution had to be worked out.
“I could find a job as a waitress”.
Jack began to smooth his thick moustache the way he was used to when an idea was coming to his mind.
“No, Miss Harlow, I think I’ve got a better solution. Yesterday I was asked my licence at the airport. As they didn’t raise any objection, that means at least my licence is valid in this world too. I thought I could find a job as a pilot for some tourist planes so that you and Mr. Jackson can take it easy and enjoy yourselves. Meantime we’ll think of the way of going back”.
“In any case, Jack, if you shouldn’t get a job as a pilot, I could sing in a piano-bar. Needless to say, I’m quite good at singing!”
“Well, Michael, I think if you started singing again, you would soon become the new musical wonder of this world and you could forget your privacy again”.
Michael blushed a bit.
“Well, don’t exaggerate!”
That very evening, while they were watching the local news, they heard a very interesting piece of news:
“Today the famous surgeon from Los Angeles, Dr. Michael Jackson, who is mostly known for his solidarity and his charity works for ill, abandoned children, has opened the new wing of the hospital he has himself financed. The wing is intended to lodge children”.
Behind the journalist there was Dr. Michael Jackson’s picture. Apart from the shorter hair, that man was just like Michael.
Michael was quite shocked when he saw another himself, but he was happy at the same time.
“I’m glad Michael Jackson loves children and does something to help them even in this world. Nonetheless, I really can’t see myself as a surgeon!”
Kate started laughing.
“I agree with you Michael, I don’t see you as a surgeon either. At least now we know there is probably a relation between the people of our world and those of this universe. They have different lives, though. There must have been some changes in the course of history”.
The following day Jack managed to find a job as a pilot. That way there were no problems to pay the hotel bill.
After spending some lovely days with Michael, Kate began to pass hours and hours in the library where she devoured all the books and the treatises about astronomy. Moreover, she didn’t leave out the science fiction which was about the travels towards different worlds. Even if she wasn’t an astronomer, she was quite good at this subject so she could remark the knowledge in the field of that science was not so different from the one the astronomers of the Earth had come to.
At the beginning also Michael took interest in Kate’s research, but, after two days, he was fed up with black holes, white holes, worm-holes, Einstein-Rosen bridges (which were called Allen-Rank bridges in this world) and so on. It was different for Kate who, since she was a child, had read all that was about astronomy eagerly. Instead Michael had only a smattering of this subject. This overdose of scientific literature simply caused him a terrible nightmare where there were gigantic worms which prevented Kate, Jack and himself from crossing a bridge beyond which there was their dear old Earth. In another nightmare there were still gigantic worms but this time his travelling-companions and he were going through an underground labyrinth which was made of the holes of those monsters. Michael woke up in a sweat and he decided he would leave Kate to play the bookworm. When Kate heard Michael’s dreams, or rather his nightmares, she burst out laughing like she hadn’t done since before their misadventure.
“There’s nothing to laugh at, Kate! I spent a terrible night!”
“I’m sorry, Michael, but your dreams were really funny! Don’t worry. I’ll keep on studying so that you can go around the city and have fun. That way, if we manage to go back, you will have enjoyed some days as if you were an ordinary person”.
“Don’t you think it’s absolutely useless what you’re doing?”
“Maybe. But I haven’t resigned myself to the idea of staying here. By the way, I thought we could go to the Observatory tonight. On the pretext of watching the stars, we could try to talk to some astronomers”.
“Right! That’s a good idea!”
So, while Kate was in the library reading, Michael spent all day long around Los Angeles and in the afternoon he didn’t give up the idea of having a look at his supposed villa to see if something had changed. Unfortunately, his house still belonged to Peter MacGrow. Strangely enough, Michael found out he was a very famous singer.
That very evening Michael, Kate and Jack went to Mount Palomar Observatory where there was a telescope whose name was “Bailey” and not “Hale” since a George Hale had existed in that world but he hadn’t been an astronomer.
Jack, who thought it was impossible to go back to his old Earth by then, was wandering about the Observatory without paying too much attention of what was around him. Meanwhile, after spending some time watching the marvellous images of nebulae, double stars and very far gal-axies through the telescope, Michael and Kate began talking to an astronomer who was rather young and very helpful. Professor Riley – that was his name – was quite impressed by Kate’s astronomical knowledge and he made friends with Michael and Kate straightaway. As Prof. Riley didn’t have much time at his disposal that evening and Kate wanted to talk in details about Parallel Worlds and black holes, they decided they would meet at Prof. Riley’s house a few days later.
After talking to Kate for a bit, the young professor began to wonder how come that girl wanted such detailed information about a subject nobody knew something for sure, after all. On the other hand, Kate realised it was necessary to tell the astronomer the whole story to get an effective help from him. After all, the worst thing could happen to them was to be mistaken for lunatics and to be kicked out rudely. So, after Prof. Riley had promised to listen to Kate without interrupting her till the end, she set about telling him their adventure. She didn’t leave out the smallest detail and also reporting the differences they had noticed between the two Universes. Professor Riley considered Kate’s account so real and those three people so trustworthy that he decided not to yield to the impulse to reproach and kick them out. He remained silent for a few minutes. Then he wanted her to explain something which wasn’t clear to him and he asked a lot of questions about the world Kate and the others said to come from.
“Supposing that your story is true, the only possibility you have to go back is, in my opinion, to recreate the same conditions in which the transfer took place. That means you should use the same plane, go to the same place where you were struck by that supposed thunderbolt, with the same coordinates and, if possible, at the same time of the day”.
“Do you think it could work?”
“There’s almost no possibility of success, Miss Harlow. However, if what you told me is true, I can imagine how much you want to go back and this is the only thing you can try”.
With a thread of hope Kate, Michael and Jack decided to make an attempt and they agreed they would call Prof. Riley as soon as everything had been settled. He would help them in their desperate attempt to go back to the Earth.
A few days later Jack found out the plane they had arrived on had been sequestrated by the police. They had put it in a warehouse since the plane documents had turned out to be fake. On top of that Jack found out Kate, Michael and he were wanted by the police on a charge of aggravated theft. It was therefore necessary to leave as soon as possible. Luckily Prof. Riley, who had a cousin in the police, managed to borrow the plane for a few hours and the departure was fixed right a month after Michael and his friends had arrived in that unknown world.
A few nights before the decisive day a strange event took place. Michael and Kate went to a luxurious nightclub in Beverly Hills, where a famous singer sang with her band. But, after singing two songs, the singer felt faint and one of the musicians apologized to the audience since the show couldn’t go on that evening. As the tickets were quite expensive, the members of the audience began to get annoyed and to protest. Michael, who after about a month’s anonymity was dying to perform in public, grasped the opportunity.
“Wait here, Kate. I see if I can save the situation”.
“What are you going to do, Michael? You’re not thinking of singing, are you?”
“Why not?”
“They don’t know you here, so I don’t think they will let you sing”.
“Well, there’s no harm in trying”.
Michael headed for the stage and he started to chat to the musicians. At the beginning they refused to make him sing, but then the nightclub’s owner arrived. Since he didn’t have the slightest intention of refunding all those people the price of the tickets, he let him do.
Michael began by saying some words to the audience.
“Probably you don’t know any of the songs I’m going to sing, but I can tell you they are quite successful where I come from. I’m going to start with a song whose name is Billie Jean”.
So he threw himself into a splendid performance complete with “Moonwalk”, his famous lunar walk. Needless to say, everybody was left dumbfounded.
For about two hours Michael offered the audience his most famous songs and he danced in an incomparable way. At the end of the show Michael was covered with a burst of applause and hardly did he manage to get out of the nightclub.

***

The day before leaving Michael and Kate allowed themselves a quiet drive around Los Angeles.
“The other night you were fantastic, Michael”.
“Thanks. I only hope I will be able to sing again on our dear Earth”.
“Well, in any case I think your career is guaranteed even here”.
“Maybe, but it wouldn’t be the same thing. Anyway, I think if I stayed here, I would prefer to remain anonymous”.
“In any case tomorrow is the decisive day. Are you excited as I am?”
“Yes, I think I won’t be able to sleep tonight”.
“Jack is the one who will sleep! It seems he doesn’t dislike staying here”.
“You’re right! I’m afraid that if we could go back he would find a job as a pilot and I would lose an excellent driver”.
They both burst out laughing.
Kate couldn’t help noting Michael had taken advantage of that month far from popularity. Now he looked less strained and more peaceful. She wondered if it wouldn’t have been better to stay for all of them. Nonetheless, that wasn’t their world and they would have certainly missed their houses, their families and their friends.
The next morning everything was ready for the departure. Prof. Riley’s cousin had asked to take the small plane some miles away where the transfer between the two worlds had taken place. Now Professor Riley was giving Jack the last directions while Kate and Michael were going on board. After a few minutes they were already flying and a short time later Jack located the place where they had been struck.
“Now cross your fingers, guys! In a minute we’ll know if Riley’s plan has worked”.
A minute after a dreadful shake made the plane tremble. Kate and Michael were hurled.
“Well then, Jack. Did it work?”
“I hope so, Mr. Jackson. Now we’ll land at the airport where we left a month ago and we’ll soon know if we’ve made it”.
After about ten minutes, to their great joy, they found out the airport was there again. As soon as they landed, they were warmly welcomed and when they arrived at Neverland Valley Michael had to issue a statement to the journalists. In fact, they had known Michael’s disappearance had spread panic and people thought either the plane had crashed or Michael had been kidnapped. Nonetheless, they never knew the truth apart from Michael, Kate, Jack and Prof. Riley in the other world. As a matter of fact, Michael said to everybody he had taken a short holiday away from popularity even though malicious people murmured at once it had only been a fine publicity stunt.
In the other world Michael’s performance was accidentally shot by a local television and it remained fresh in everybody’s memory for a long time. They ventured a lot of conjectures about that unknown man who was gifted with such an extraordinary artistic talent. Those who had seen him that night swore they had never seen such a thrilling show; some thought he was an angel who had come down to Earth for one day; some others said he was an alien coming from a very far world (and that was true up to a point). What was sure was that a person like Michael didn’t exist in that place so similar to the Earth and yet so different. Peter MacGrow himself, who was very appreciated as an artist, had trembled all over when he had seen the performance of that stranger. He had calmed down only a few months later when he was sure that man wouldn’t turn up anymore to steal his popularity and his success.
A few weeks later, when Michael and his friends had almost forgotten their adventure a strange event took place again. A famous actor disappeared mysteriously after hiring a small tourist plane: the same plane Michael, Kate and Jack had hired…

[continua]